mercoledì 14 dicembre 2011

MELANCHOLIA

E' un film strano Melancholia di Lars Von Trier. Mi aveva attratto da subito ma ne temevo la pesantezza: in realtà è tutt'altro che noioso, nonostante la durata di oltre due ore e l'indubbia lentezza. Anzi è potente e geniale.

Innanzitutto c'è la scelta di dividere il film in due parti piuttosto slegate l'una dall'altra. Dopo un prologo visionario con immagini in slow motion accompagnate dalla musica del Tristan und Isolde di Wagner comincia la prima parte in cui protagonista è Justine (Kirsten Dunst), che conosciamo nel giorno del suo matrimonio con Michael (Alexander Skarsgard). Dovrebbe essere al settimo cielo, come è lui, e invece è soffocata da timori e paure, che si celano dietro un sorriso onnipresente. La festa che le hanno organizzato la sorella Claire (Charlotte Gainsbourg) e il marito John (Kiefer Sutherland) evolve in un crescendo delirante, che finisce con la rottura tra i due sposi.

giovedì 8 dicembre 2011

CAMPOVOLO 2.0: IL CONCERTONE ARRIVA AL CINEMA IN 3D

Per chi, come me, quel 16 luglio c'era, e c'era anche il 10 settembre del 2005, è stato come rivivere un'emozione. Parlo di Campovolo 2.0 3D, in anteprima milanese lunedì sera al cinema Anteo e uscito ieri in 370 sale italiane. Ancora una volta, dopo 'Pina' di Wim Wenders e con tutti i doverosi distinguo, ho visto un film in cui il 3D esprime davvero le sue potenzialità, anche se, a dirla tutta, gli occhialetti mi hanno sempre fatto venire il mal di testa.

Più che di un fim si tratta di un reportage  che racconta Campovolo dalla fase preparatoria alla fine del concerto, con intermezzi dove Liga racconta se stesso, le sue amicizie storiche e tutto quanto lo lega al suo paese. 'Questa è la mia vita' dà il via ad una scaletta che comprende i successi storici e le nuove canzoni.

Sedute accanto a me c'erano sedicenni che impazzivano alla vista di qualche centimetro di pelle del Liga sotto la camicia aperta (per quanto mi riguarda ho sempre avuto una insana passione per Federico Poggipollini). 

Comunque, la formula è un po' ibrida, va detto: seguire un concerto seduti nelle poltroncine di un  cinema d'essai non è la stessa cosa che farlo sull'erba di Campovolo. Le suddette adolescenti si lanciavano in cori e mani alzate, mentre io e il pubblico un po' più adulto avevamo qualche remora, anche se ogni tanto si scaldava anche la signora accanto a me. Forse in uno di quei grandi multisala con l'odore di popcorn dove i ragazzi vanno alla domenica pomeriggio sarà più facile rivivere davvero l'atmosfera del concertone.

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