martedì 11 gennaio 2011

HEREAFTER

Venerdì ho visto "Hereafter", il nuovo film di Clint Eastwood. Un po' in ritardo sui tempi, stamani  ho  iniziato a scriverne in un post, riproponendomi di finire stasera. Nel frattempo ho letto quello che ha scritto in merito Daria Bignardi sul suo blog, e sono rimasta un po' interdetta, con l'entusiasmo smorzato. Vero che  le opinioni, sui film come sui libri, non possono che essere personali e non sempre condivisibili, e che a me capita non di rado un certo "offuscamento del giudizio razionale" quando un'opera  mi prende tantissimo, però quando leggi una recensione che smonta  completamente o quasi un film che ti è piaciuto molto, e che proviene da una "penna" che ammiri e stimi... ecco un po' ti viene da ripensare ai tuoi giudizi. Oltre a questo, anche mia mamma mi ha fatto commenti poco entusiasti, dopo che io le avevo consigliato vivamente il film. E così torno a scriverne con qualche piccolo punto interrogativo.


Innanzitutto, posso dire con soddisfazione che la stessa sala che la settimana prima avevo trovato scomposta e rumorosa, in quest'occasione era ancora più piena, con un pubblico eterogeneo ma più giovane, e soprattutto attenta e silenziosa, assolutamente catturata dalla visione. "Hereafter" è un film hollywoodiano, con tutto ciò che ne deriva, non c'è dubbio. Non sono fra quelli che lo decretano un capolavoro solo perchè è opera di Clint Eastwood e nemmeno sono convinta che sia un tentativo del regista ottantenne di confrontarsi col tema della morte naturalmente scaturito dall'avanzare dell'età. Credo però che "Hereafter" riesca a trattare temi scomodi e spesso socialmente rimossi per paura, come la vita dopo la morte, le possibilità di un aldilà, i poteri dei sensitivi, senza mai sconfinare nel morboso o nel sensazionalistico, con una misura assolutamente umana,  quotidiana, realistica, grazie alle storie parallele dei tre protagonisti:

il sensitivo americano George Lonegan (Matt Damon), che a differenza dei tanti ciarlatani che costruiscono un business sul fumo, ha davvero questo potere ma lo vive come una condanna, e dopo esser stato travolto da un'ondata di popolarità è determinato a resettare la sua vita, perchè "non puoi vivere pensando sempre alla morte";







la giornalista francese Marie (Cécile De France), che rimane coinvolta in un'esperienza di quasi morte durante lo tsunami in Indonesia e, pur sopravvivendo e senza conseguenze apparenti, vedrà la sua esistenza rivoluzionarsi dall'interno e dovrà confrontarsi con un nuovo percorso di vita;








Il piccolo Marcus (George McLaren), che perde in un incidente il fratello gemello Jason, la parte forte della coppia, e comincia a cercare disperatamente un contatto con lui, in un percorso nel quale dovrà diventare lui forte per se stesso.



Tre storie che si scontrano con la morte, la scampano, la subiscono, la vedono, tre drammi personali che fanno aprire gli occhi su temi troppo spesso rimossi o snobbati con sorrisi di scherno. Perchè dopo questo film sfido anche i più razionalisti a non avere qualche dubbio... Tre personaggi forti, sapientemente tratteggiati, diversi eppure collegati, le cui storie troveranno il giusto intreccio nel finale, quello sì davvero molto hollywoodiano eppure non stucchevole, anche se forse è l'unica cosa del film che non mi ha convinto del tutto, avrei preferito un epilogo meno "perfetto", ma comunque non saprei dire quale finale potesse davvero essere migliore. E' vero che ci sono dei personaggi (soprattutto minori) più o meno stereotipati, ma se alcuni li avrei evitati (come il cuoco italiano del corso di cucina) trovo che gli altri siano comunque tratteggiati a 360 gradi, quindi risultino concreti e funzionali alla storia. La stessa situazione familiare del piccolo Marcus e del fratello può essere vista come un gigantesco steroetipo, tuttavia non disturba, si fa credere, ciò che stride e fa male è solo la terribile sorte di Jason.

L'ho trovato un film bellissimo, per la capacità di scuotere il cuore e l'anima, di appassionare e di raccontare qualcosa di diverso da tante altre storie hollywoodiane, con riferimenti ad eventi cruciali degli ultimi anni (lo tsunami, le bombe nella metro a Londra) senza mai risultare forzato o ruffiano, salvo, come ho accennato, un po' troppo buonista nel finale. Anzi, è notevole la sequenza dello tsunami all'inizio del film, con un sublime utilizzo di effetti speciali e ricostruzioni al computer, che non ha bisogno di eccessi per dimostrare la maestria, e infatti quelle scene sono spettacolari ma totalmente credibili, magistrale esempio di come dovrebbero essere utilizzati gli effetti speciali per dare valore aggiunto ad un film, anzichè scadere nel pacchiano. Da non perdere anche la scena nella metropolitana di Londra.

Insomma, io vi consiglio di andare al cinema e vedere questo film, se già non lo avete fatto. Poi mi direte la vostra... 


2 commenti:

  1. ho visto il film 2 ore fa e l'ho trovato BELLISSIMO,poetico,garbato,profondo,emotivo,magico.
    consiglio agli stroncatori di questo film di ripiegare su harry potter o ppure sui cinepanettoni con Belen e Desica..
    GRANDE CLINT G R A N D E!!!

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  2. Vero Mario ti sottoscrivo in pieno... i gusti sono soggettivi, un film può piacere più o meno a seconda delle corde personali che riesca toccare in ognuno di noi, ma in questo caso una stroncatura è proprio un'eresia!!

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