La settimana scorsa ho visto 'Gli sfiorati' di Matteo Rovere. Ad attirarmi - in tutta sincerità - è stato il titolo, evocativo e bellissimo. Non si può parlare di un capolavoro, tuttavia ho apprezzato molto il film. Forse idiosincraticamente al titolo la storia sfiora lo spettatore, non lo rapisce, viaggia su un binario parallelo, ma non è vero che non lascia niente come hanno scritto in alcune recensioni.
Gli attori meritano un voto alto: il protagonista Mète (Andrea Bosca) lavora in uno studio di grafologia con Bruno (Claudio Santamaria in una inedita veste nerd). Poi c'è l'amico 'brillante' Damiano (Michele Riondino, che ultimamente è onnipresente e in questa parte non può dare il meglio di sé, ma basta vederlo in tv nelle vesti del giovane Montalbano per capire che la stoffa c'è, eccome).