Alcuni libri si fanno divorare, anzi ci implorano di farlo, altri magari ci colpiscono per un particolare luminoso, ma poi deludono la nostra curiosità, non hanno la forza di sostenere il peso di una grande aspettativa. E' solo questione di essere lettori più o meno pigri?
Secondo me c'è dell'altro.
Tutto questo per dire che ho scoperto Carlo Mazzoni. 'Due amici', per la precisione. Il suo romanzo edito da Fandango.
Recensione letta non so dove, libro comprato e divorato negli spostamenti a cavallo del 2 giugno. Incuriosita da questo trentenne milanese sono andata a visitare il suo sito http://www.carlomazzoni.com/, e sono rimasta colpita dal personaggio, o meglio dall'autore che sta dietro i personaggi.
Diabetico dall'età di dieci anni, Mazzoni in poche parole ha deciso che sarebbe stato lui ad avere la meglio sulla sua malattia. E così è stato, è riuscito ad avere un controllo quasi totale sulla malattia, vivendo la vita a mille: diplomato al conservatorio, laureato in medicina ma con la passione per la scrittura, copywriter in Saatchi&Saatchi giovanissimo e giovanissimo autore per Dove e Vogue Italia. Dopo aver lavorato in Paramount Pictures a NY ha fondato con Martina Mondadori la società di marketing culturale Memoria. E' anche autore musicale e adesso pure scrittore. Tutto questo a trentadue anni. Fra parentesi è anche un bellissimo ragazzo (è suo il ritratto in copertina del libro).
Anche il protagonista del suo romanzo è diabetico, trentenne, Matteo ha raggiunto il controllo totale della malattia, finchè non lo colpisce un ictus. Matteo alter ego di Mazzoni? Ma soprattutto Matteo alter ego di Gio, due amici appunto. Due anime legate da qualcosa di indissolubile. Due anime che sono un'anima sola. Matteo che è fuoco allo stato puro, vivo e spietato, duro e fragile come il vetro. E Gio che vive perchè Matteo lo ha creato, il suo destino è legato alle voglie di Matteo, alla sua ispirazione. Omosessualità latente? Rapporto morboso? Niente di tutto ciò. Davanti al loro rapporto le categorizzazioni alzano bandiera bianca. Non resta che arrendersi all'evidenza di qualcosa che non si può inscatolare, comprimere, razionalizzare. Semplicemente è un mistero, qualcosa di incomprensibile, è la vita, vissuta nella sua totalità, vissuta come un sogno.
Lo stile di Mazzoni inizialmente appare pretenzioso: l'utilizzo del passato remoto, la narrazione per immagini. Ti domandi dove voglia andare a parare, perchè scriva in maniera così artificiosa. E' poesia?
Me lo sono chiesta anch'io. Poi ho smesso di domandarmelo perchè completamente catturata. Forse Mazzoni non è propriamente simpatico, come tutti coloro che venerano se stessi, anche se ci sono arrivati dopo fatiche e sofferenze. Non so quanto esattamente di lui ci sia in Matteo, però so che il suo romanzo è ispirato dall'inizio alla fine, seducente, ammaliante e mai banale. Compiaciuto, narciso ma a ragion veduta: tocca le corde dell'anima, emoziona, stordisce. Chiede di essere divorato con voracità.
l'ho letto anche io, dopo avere letto i Postromantici qualche anno fa, sempre di Mazzoni. Questo, tuttavia, mi è piaciuto meno. Tra l'altro ho notato due cose:
RispondiElimina1. Parecchi errori di stampa (con quello che costa ormai un libro, gli editori potrebbero stare più attenti)
2. Non so se siano citazioni o spunti più o meno evidenti di immagini prese direttamente da testi di canzoni. In particolare da canzoni di Mia Martini.
Un esempio: Brera sotto la neve e "c'era posto anche per le fiabe" cito a memoria perchè non ricordo esattamente il passo. Ne "La nevicata del 56", Mia Martini canta di una Roma sotto la neve e dice "e c'era posto pure per le favole"
Altro esempio, sempre tratto da Mia Martini in "Gli uomini non cambiano". Mazzoni, verso la fine dice per bocca di Margherita che un uomo da solo ha più paura. Mia Martini canta "Che se l'uomo in gruppo è più cattivo. Quando è solo ha più paura."
Citazioni?
Buongiorno Mister e grazie per essere passato di qua! :-) Non posso fare confronti con altri libri di Carlo perchè non li ho letti, anche se appena riesco voglio procurarmi I postromantici. Errori di stampa: vero. Anch'io ho trovato diversi refusi, ma paradossalmente, nonostante l'aumento del costo dei libri, capita che se ne trovino sempre più spesso, forse perchè la figura del correttore di bozze ormai sta scomparendo e l'accuratezza editoriale ne risente. Ma questo è un dettaglio non imputabile all'autore! Citazioni: non ho trovato niente di così palese, anche se qualcosa ci sarà sicuramente, comunque trovo tutto coerente e ben amalgamato. E' un libro che rischia l'eccesso, questo sì e l'ho scritto, ma riesce magicamente a non sconfinarci mai. Questo naturalmente è il mio parere, ognuno può avere diverse percezioni e dare più risalto a un aspetto piuttosto che un altro! A presto, S.
RispondiEliminabuonasera silvia!non so davvero se consigliart di leggere i postromantici o "il disordine".nei libri precedenti a "due amici"viene descritto un matteo diverso,snob,arrogante perchè lui "è",lui non si limita a vivere,lui "esiste"..i libri sono tutto uno scorrere di descrizioni sfarzose e di dialoghi serrati...nel secondo,iniziano ad esserci accenti di noir...ad essere sincero,a me son piaciuti,l'ambiguità di tutto,la spregiudicatezza e la superficialità per non essere annientati da una libertà che,ad averla tutta addosso,può uccidere.
RispondiEliminatutta un'altra roba però,"due amici"..ke ho divorato e amato anche io.
Buongiorno e grazie per la visita! Sicuramente mi leggerò anche questi due, poi ti saprò dire :-) Torna a trovarmi, a presto
RispondiEliminaIo invece li ho letti entrambi I Postromantici e Il Disordine e mi sono proprio piaciuti. Tanto che non appena finito di leggere Due Amici, tornero' a rileggerli.
RispondiEliminaOttima l'idea delle proposte per chi si e' goduto Due Amici!
Grazie !
RispondiEliminaHei ma perchè non vi registrate per commentare? Dà poca soddisfazione rispondere ogni volta ad 'anonimo'! :-)