mercoledì 21 marzo 2012

GLI SFIORATI

La settimana scorsa ho visto 'Gli sfiorati' di Matteo Rovere. Ad attirarmi - in tutta sincerità - è stato il titolo,  evocativo e bellissimo. Non si può parlare di un capolavoro, tuttavia ho apprezzato molto il film. Forse idiosincraticamente al titolo la storia sfiora lo spettatore, non lo rapisce, viaggia su un binario parallelo, ma non è vero che non lascia niente come hanno scritto in alcune recensioni.

Gli attori meritano un voto alto: il protagonista Mète (Andrea Bosca) lavora in uno studio di grafologia con Bruno (Claudio Santamaria in una inedita veste nerd). Poi c'è l'amico 'brillante' Damiano (Michele Riondino, che ultimamente è onnipresente e in questa parte non può dare il meglio di sé, ma basta vederlo in tv  nelle vesti del giovane Montalbano per capire che la stoffa c'è, eccome).

Mète, a ridosso del matrimonio di suo padre con la donna che ama da vent'anni e che non è sua madre, si trova a passare del tempo con la giovane sorellastra Belinda (Miriam Giovanelli). Cerca di evitarla quanto può ma non riesce perchè lei lo cerca in continuazione, con un mix di innocenza e sensualità che lo manda fuori di testa. Belinda è bellissima e ingenuamente provocante, cerca in lui affetto e protezione ma si capisce che tra i due c'è qualcosa di più. E' depressa, non vuole uscire di casa e lui la coccola come una bambina.

Ma chi sono gli sfiorati? Secondo le teorie grafologiche di Bruno sono quelli che hanno una scrittura non classificabile, quelli che vengono appena sfiorati dagli eventi, dalle situazioni della vita, che sembrano imperturbabili, non capisci se ti ascoltano quando parli, eppure sono tutt'altro che superficiali.

Anche Mète e Belinda si sfiorano, sono sfiorati dalla vita. Si desiderano eppure il loro è un toccarsi momentaneo, un incontro fugace che non presuppone un futuro, ma che vive una sublimazione perfetta e atemporale nella scena madre del film: la corsa in auto d'epoca per le vie di Roma, vestiti a festa insieme ai due genitori finalmente sposi, cantando a squarciagola e senza inibizioni 'Più bella cosa' di Eros Ramazzotti. In quella scena di gioia incontenibile e irrefrenabile la vita finalmente li prende, come forse mai prima di allora, e non importa se sarà solo per un momento. L'emozione di un tuffo nel mare vale mesi interi di prove di galleggiamento.

Il film ha avuto il potere di incuriosirmi, credo che leggerò il romanzo di Sandro Veronesi da cui è tratto.


2 commenti:

  1. anche io ho guardato questo film attratta dal titolo e superati i primi 15 minuti in cui credevo di aver preso una sòla, mi sono trovata invischiata in questa storia incerta, irregolare, impalpabile.

    I personaggi mi sono rimasti addosso per un pò e quando per un film o un libro mi capità così non posso che dire che l'obiettivo è stato raggiunto.

    Bello, mi è piaciuto.

    p.s. Ho scoperto un Andrea Brasca mai conosciuto.

    Ros

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  2. Ciao Ros! Piacere di leggerti... credo ti riferisca ad Andrea Bosca :-) Anche per me è stato una bella scoperta, molto carino e molto bravo, mentre Miriam Giovanelli è una bomba atomica, buca lo schermo. Decisamente un cast azzeccatissimo!

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