Venerdì sera, in viaggio da Milano a Roma, giusto due minuti prima che il treno toccasse i binari della stazione Termini sono riuscita a finire "La settima onda", di Daniel Glattauer, che ormai da più di un mese giaceva ingiustamente abbandonato sul mio comodino. Ingiustamente perché è un libro che si vola, e che difficilmente può rimanere "in progress" per più di qualche giorno. Ma da un pezzo a questa parte il mio rapporto con la lettura è passionale e discontinuo. Accumulo libri e riviste per settimane, guardandoli distrattamente all'inizio o alla fine di giornate sempre più piene, poi appena trovo quelle due ore in cui "mi sento pronta" (ultimamente sempre più spesso in treno), li apro e mi lascio catturare, rimanendo come sotto l'effetto di uno stupefacente fino all'ultima riga. E allora se ho tempo ne ricomincio subito un altro, magari un altro ancora. Poi arriva di nuovo il risucchio della quotidianità... fino al prossimo viaggio mentale!