mercoledì 14 dicembre 2011

MELANCHOLIA

E' un film strano Melancholia di Lars Von Trier. Mi aveva attratto da subito ma ne temevo la pesantezza: in realtà è tutt'altro che noioso, nonostante la durata di oltre due ore e l'indubbia lentezza. Anzi è potente e geniale.

Innanzitutto c'è la scelta di dividere il film in due parti piuttosto slegate l'una dall'altra. Dopo un prologo visionario con immagini in slow motion accompagnate dalla musica del Tristan und Isolde di Wagner comincia la prima parte in cui protagonista è Justine (Kirsten Dunst), che conosciamo nel giorno del suo matrimonio con Michael (Alexander Skarsgard). Dovrebbe essere al settimo cielo, come è lui, e invece è soffocata da timori e paure, che si celano dietro un sorriso onnipresente. La festa che le hanno organizzato la sorella Claire (Charlotte Gainsbourg) e il marito John (Kiefer Sutherland) evolve in un crescendo delirante, che finisce con la rottura tra i due sposi.

Nella seconda parte del film ritroviamo Claire che ospita in casa sua  Justine, ormai preda di una fortissima depressione.  Il marito di Claire, esperto di astronomia, aspetta con trepidazione il passaggio del pianeta Melancholia, che garantirà uno spettacolo irripetibile sfiorando l'orbita terrestre. Ma il mondo accademico fa previsoni poco rosee e anche Justine, che mostra di 'sentire le cose', dice che Melancholia colpirà la terra. John sembra fiducioso, ma non si capisce se lo sia realmente oppure se si tratti di una maschera.

La prima parte del film mi ha ricordato 'Somewhere' di Sofia Coppola per lo stile rarefatto, dove le sfumature emotive dei personaggi, soprattutto di Justine, sono amplificate e percepite al massimo. Si 'sente' la tensione della protagonista, il suo malessere che diventa sempre più forte, ed è un malessere cosmico, il presagio di qualcosa di negativo che avverrà e che ha in Justine il suo catalizzatore. Nella seconda parte la tensione si fa sempre più acuta e il punto di vista diviene quello di Claire. Justine sembra cinica e fredda ma in realtà lascia trasparire spiragli di sensibilità, soprattutto nei confronti del nipotino Leo, e sarà lei a predisporre le cose nel modo migliore per il momento finale. Un finale che, come tutto il film del resto, non può lasciare indifferenti.

2 commenti:

  1. dici bene, ca**o!
    non è per nulla noioso.
    a chi si annoia con una pellicola così sconvolgente lasciamo volentieri i cinepanettoni e i filmacci hollywoodiani catastrofici, che di più non si meritano... :D

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