Finalmente ho visto "Inception".
A parte la location - multisala di provincia in un'uggiosa domenica pomeriggio, gelo in sala per l'aria condizionata e a malapena una quindicina di temerari spettatori.
A parte i 7,50 euro di biglietto per delle poltrone in condizioni orrende (prevedo vita breve per questo cinema!).
A parte che a metà film mi è calata la palpebra e sì, lo ammetto, ho chiuso discretamente gli occhi per dieci-quindici minuti, però poi mi sono ripresa!
Premetto che non amo i film di azione, non ho mai visto "Matrix" (a cui "Inception" viene paragonato da molti) e del regista Christopher Nolan ho visto solo "The Prestige": riconosco la mia ignoranza.
Il film è una mega produzione Warner Bros, con finale "aperto" ma in puro stile hollywoodiano; la storia è complicata ma affascinante e ben strutturata, c'è anche una buona dose di poesia nell'amore del protagonista Dom Cobb (Leonardo Di Caprio) per la moglie Mal (Marion Cotillard), tuttavia è tutto troppo vorticoso, si fa fatica a seguire lo sviluppo degli eventi.
Marion Cotillard - Mal e Leonardo Di Caprio - Dom Cobb |
Mi aspettavo, vista la tematica del film, un focus leggermente minore sull'azione e una maggiore analisi psicologica dei personaggi e delle loro dinamiche, invece si arriva in fondo con la sensazione di avere visto una sorta di ibrido fra azione, thriller e psicodramma, che però lascia poco dietro di sè aldilà della magnificenza della produzione, qualche spunto intrigante sui sogni e dei lunghissimi titoli di coda.
Di Caprio - Cobb con in mano il suo "totem" |
Il tema del sogno mi ha fatto ripensare invece ad un film che ho visto a Venezia, presentato fuori concorso e che probabilmente - purtroppo - non verrà mai distribuito in Italia, di un regista cecoslovacco sconosciuto ai più e venerato dai pochi che lo conoscono. Il film si chiama "Surviving life (theory and practice)" - "Sopravvivere alla propria vita (teoria e pratica)" e lui è Jan Svankmajer.
Si tratta di un'opera agli antipodi di "Inception", onirica e visionaria. E' la storia di un uomo, Evzen (Vaclav Helsus), dall'aspetto decisamente ordinario, sposato ad una donna un po' sciupata dagli anni, con cui tuttavia vive una vita serena. Lui però a un certo punto comincia a fare sogni ricorrenti nei quali intreccia una relazione amorosa con una giovane e affascinante donna.
Il protagonista Evzen |
Evzen è talmente entusiasta di questia vita onirica che trova un sistema per far sì che questi sogni continuino a ripetersi e passa le sue giornate a dormire e sognare, portando avanti questa relazione con la "donna dei suoi sogni" che inevitabilmente finisce per ricondurlo nei profondi recessi della sua anima.
Devo ammettere che all'inizio ero un po' preoccupata, temevo il classico film pesante di un regista sconosciuto e dal nome impronunciabile, invece mi sono ricreduta. Il film è realizzato con la tecnica dello stop motion, alternando fotografie dei personaggi a scene vere, esasperando i suoni e inserendo elementi inanimati che improvvisamente prendono vita, in un mix surrealista di sogno e realtà, con elementi simbolici e metaforici. E' un film lento ma ogni istante è un'esplosione di creatività pura; è ironico e potente e ti lascia veramente la sensazione di aver assistito a qualcosa di unico.
Peccato che non ci sia posto in Italia per un regista che è prima di tutto un artista, o anche solo per chi propone qualcosa di sperimentale, diverso dalle solite storie a lieto fine con attori dalle belle facce.
La "donna dei sogni" di Evzen |
Peccato che non ci sia posto in Italia per un regista che è prima di tutto un artista, o anche solo per chi propone qualcosa di sperimentale, diverso dalle solite storie a lieto fine con attori dalle belle facce.
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