"Follia è ripetere la stessa azione ed aspettarsi un risultato diverso"
La prima sensazione che mi ha trasmesso questo film è una voglia enorme di tornare a New York. Voglia che per un po' si era sopita, NY negli ultimi anni è stata presa massivamente d'assalto e come tutto ciò che diventa oggetto del desiderio comune aveva perso il mio interesse; oltre a questo ho attraversato una fase di rifiuto della grande città, avevo voglia piuttosto di viaggi in spazi aperti e sconfinati, territori esotici... Adesso invece il desiderio di NY sta tornando a farsi prepotente e devo ammettere che vedere Wall Street era un po' anche un modo per soddisfare questa pulsione.
Il film non delude: immagini, colori, luci, suoni e stili di vita della Grande Mela ci sono tutti o quasi, condensati in più di due ore con protagonista un visibilmente invecchiato Michael Douglas e un giovanissimo ma molto promettente Shia LaBeouf.
Non ho visto il primo Wall Street (ho intenzione recuperare al più presto però), ma a quanto pare per chi ha visto entrambi con questo sequel Oliver Stone non delude. Effettivamente il film è fatto molto bene, con trovate registiche intriganti e dialoghi ben concepiti.
Gordon Gekko - Michael Douglas, condannato nell'87 al carcere per le gravi frodi commesse, esce di prigione e non trova nessuno ad aspettarlo; nel frattempo ha scritto un libro di memorie e sembra sia cambiato. Sua figlia Winnie - Carey Mulligan gestisce un sito Internet di sinistra, "La fredda verità", ha chiuso tutti i rapporti col padre ed è fidanzata con Jake Moore - Shia LaBeouf, giovane broker di Wall Street, rampante ma con una morale piuttosto solida.
Gekko vuole recuperare il rapporto con la figlia e Moore, rimasto "orfano" di una guida nel momento in cui il suo mentore Louis Zabel si è suicidato a causa di diffamazioni miranti a distruggerlo, si avvicina alla figura di Gekko. Si crea così una dinamica triangolare fra i tre personaggi, in cui emergono tutte le contraddizioni che possono caratterizzare questo tipo di rapporti e in cui Moore si muove su un crinale pericoloso, pur sempre in buona fede e con l'obiettivo di finanziare un progetto in cui crede molto sulle energie sostenibili.
A seguito degli eventi disastrosi di Wall Street e della recente crisi finanziaria questo film si rivela tragicamente attuale e mette in luce i retroscena che sottostanno a questo mondo, condannandoli ma, come è inevitabile, mostrandone anche la parte luccicante e affascinante; tuttavia tramite la figura di Moore emerge anche una Wall Street umanizzata, dove c'è ancora qualcuno che sembra credere in un'etica morale e vuole utilizzare i soldi per scopi più nobili.
Ho trovato interessante la dinamica che si sviluppa tra i tre personaggi principali e mi è piaciuta molto la coppia LaBeouf - Mulligan, moderna e credibile (tanto che sul set del film è cominciata una storia d'amore tra i due, ufficialmente però chiusa pochi giorni fa).
Da notare la suoneria del cellulare di Moore, citazione del "Buono, il brutto e il cattivo", non a caso nel cast è presente "il brutto" (straordinario novantacinquenne) Eli Wallach.
Da notare la suoneria del cellulare di Moore, citazione del "Buono, il brutto e il cattivo", non a caso nel cast è presente "il brutto" (straordinario novantacinquenne) Eli Wallach.
Consiglio questo film anche a chi (come me!) generalmente non ha particolari inclinazioni per l'economia e i titoli di borsa ;-)
"Il denaro c'è ma non si vede: qualcuno vince, qualcuno perde. Il denaro di per sé non si crea né si distrugge. Semplicemente si trasferisce da una intuizione ad un'altra, magicamente." Gordon Gekko
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