venerdì 1 ottobre 2010

MANGIA PREGA AMA

La serata è cominciata con un improbabile aperitivo a base di pasta al pesto e succo di frutta con la mia amica E. Decisamente poco soddisfatte, non ci abbiamo pensato due volte a dirigerci verso una focacceria per un (decisamente più allettante) panino con la cecina. Alla faccia del carboidrato serale!  

Dopo questo inizio, il mood era giusto per la visione del film di Ryan Murphy "Mangia Prega Ama", con protagonista Julia Roberts, tratto dal libro autobiografico della scrittrice newyorchese Elizabeth Gilbert. Mi aspettavo una piacevole commedia ed ero curiosa di vedere le scene girate in Italia.

Innanzitutto mi sono stupita nello scoprire che il regista è un uomo, avrei giurato che fosse una donna e infatti il film è un classico film "da donne"... emblematico anche il pubblico in sala. Sconsigliato portarci il fidanzato intellettuale, per non sentirsi due ore di commenti sarcastici nell'orecchio!

La storia è quella (autobiografica) di Liz, scrittrice di successo a New York, con una vita in apparenza piena e soddisfacente, che a un certo punto, in seguito alla profezia di uno sciamano di Bali, si trova a guardare in faccia la realtà e decide di chiudere il suo matrimonio, semplicemente prendendo atto che "non vuole fare la moglie".

Liz entra in crisi, si rende conto di non provare più meraviglia e stupore verso il mondo, ha perso la voglia di vivere e di mangiare, niente la entusiasma. Se quella deve essere la se stessa con cui convivere da lì in poi... no grazie, non lo accetta e allora decide di partire per (banalmente) ritrovarsi, ritrovare la Liz appassionata che aveva creduto nell'amore e nella vita; lascia così New York e il nuovo "baby fidanzato"  David "il Buddha di Brooklyn" (James Franco), che l'ha fatta avvicinare al mondo della meditazione, comprendendo che bisogna saper abbandonare ciò che non soddisfa pienamente per poter costruire qualcosa di nuovo, in cui riconoscersi davvero. Non c'è crescita se si rimane attaccati al passato e non si può, come invece le propone  David, stare insieme infelicemente solo per paura di essere più infelici stando separati.

Liz decide così di intraprendere un viaggio in tre tappe per imparare a godersi la vita, a conoscersi, a pregare, cosa che non ha mai fatto e di cui adesso sente forte la necessità... infine ad amare, se stessa e gli altri.

Julia Roberts - Liz a Roma
La prima tappa di questo percorso è inevitabilmente l'Italia: qui gli streotipi fioccano fra spaghetti, vino rosso, pizza, scorribande in compagnia (di Luca Argentero) e (tante allusioni al) sesso, che tuttavia rimane l'unico piacere in cui Liz sceglie di non indulgere.
La parentesi italiana è piacevolemente inutile, all'insegna del tanto decantato dolce far niente. Liz impara a concedersi il piacere senza sentirsi in colpa: emblematica la scena davanti ad una pizza napoletana, quando la sua amica svedese non vuol mangiare perchè è ingrassata e allora Liz le dice: "Siamo a Napoli, non possiamo non mangiare questa pizza, dobbiamo godercela! Dopo andiamo a comprarci tutte e due un paio di jeans più larghi!". L'amica non sembra convinta e allora Liz la incalza: "Quanti uomini nella tua vita amorosa si sono tirati indietro dal fare l'amore con te? Nessuno? Vedi: un uomo si ritiene già abbastanza fortunato dall'avere una donna nuda in camera. Per cui basta ossessionarsi con le calorie e i sensi di colpa!"

Dopo aver imparato a godere dei piaceri del palato, Liz parte per l'India, dove vuole invece riuscire a pregare e meditare, per connettersi con la parte più profonda di sè. 

Questi due estremi del piacere sensoriale e della ricerca spirituale si ricompongono nella parte finale della storia, in cui Liz torna a Bali dallo sciamano che le aveva fatto profetizzato una vita con due matrimoni, uno breve e uno lungo. A Bali Liz impara ad amare e capisce che perdere il controllo di se stessi per amore fa parte della vita, come le dice lo sciamano ("perdere l'equilibrio per amore a volte fa parte dell'equilibrio generale di una vita"). E trova l'amore niente meno che in Felipe, divorziato anche lui, che le dice una cosa fantastica con il suo suadente accento brasiliano: "Te lo hanno mai detto che sei una falsa magra? Sì... sei snella ed elegante da lontano, ma da vicino sei rotonda e appetitosa!" ... e chi non vorrebbe sentirselo dire da Javier Bardem?!

Javier Bardem - Felipe e Julia Roberts - Liz
Commedia piacevole anche se un po' troppo lunga - due ore abbondanti - condita di stereotipi ma nonostante questo con dialoghi interessanti e inquadrature poco banali. Però... con tutta la mia passione per Javier Bardem, sempre lì si finisce: Liz ritrova se stessa, impara a volersi bene e a dare amore agli altri e allora ritrova l'amore di un uomo... e vissero tutti felici e contenti. Ma se invece Liz, ritrovata se stessa, se ne fosse stata davvero sola per un po' a viaggiare e a scrivere? Se la sua  parola-chiave è "imbarcarsi", perchè fermarsi di nuovo in porto quando non appena ha imparato a navigare?

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