Case colorate a Notting Hill |
Dormire a Londra con meno di 50 sterline si può. E' stata questa la sfida per l'ultima notte della mia recente
trasferta londinese. Le prime due avevo appoggio da amici in zona Notting Hill,
la terza (venerdì a due settimane da Natale...!) dovevo cercarmi una sistemazione e
tutti quelli a cui provavo a chiedere info mi rispondevano sistematicamente:
meno di 50 sterline? Impossibile.
Cioè: impossibile non lo è se ci si accontenta di
una camerata o di un bagno in condivisione, oppure di sistemazioni periferiche.
Io invece, spulciando TripAdvisor in lungo e in largo, sono riuscita a trovare
una soluzione di cui andare fiera: stanza singola con bagno privato e
colazione inclusa alla dignitosa tariffa di 47 sterline.
Punto primo, e per me fondamentale, anzi direi
decisivo, è stata la collocazione: a due passi dalla metro Notting Hill Gate,
quindi perfetto. Zona molto bella e a poche fermate di Central Line da Oxford
Circus.
Questo è bastato a farmi decidere, insieme alla
cifra under 50 e al bagno in camera.
Dunque arrivo e mi trovo davanti la classica
scala all'inglese, di quelle strette e coi gradini fitti fitti rivestite di
moquette. Terzo piano. Sono abituata a tre piani di scale senza ascensore e con
bagagli di ogni genere, ma in quel caso, con due maschi alla reception, un
gesto di galanteria poteva anche starci no? Invece alla mia domanda (retorica)
in merito all'ascensore, mi sento rispondere con un sorriso stiracchiato che no,
non c'era, così avrei potuto fare esercizio!
Humour inglese, ragazzi.
Insomma mi faccio questi tre piani di scaletta
ripida e noto dalle urla provenienti dalla porta semiaperta della camera a
fianco alla mia che la stessa è popolata da una famiglia con circa 2/3 bambini
under 10. Ottimo!
Apro la porta di camera e sento sbattere. Che
sarà, mi chiedo? Penso a un piccione o qualcosa del genere. E' la finestra,
semiaperta. Non c'è persiana, niente, solo una tenda e questa finestra a vetro
a scorrimento verticale. Tiro giù il vetro, e questo continua a sbattere per il
vento, ritmica colonna sonora della mia permanenza lì. Lo spiffero che entrava
dall'inevitabile mal chiusura della finestra era compensato da un termosifone
posto appena sotto e in sovraccarico di calore, dunque il freddo no, non l'ho
sofferto.
Per il resto, tutto abbastanza pulito anche se il
lavandino del bagno era mignon.
La sera esco, vestita e truccata dignitosamente,
e il simpatico receptionist mi dice, con tono a-tono e sorriso inesistente: you
look nice.
Grazie, sorrido timidamente, imbarazzata da
quell'apatica esternazione.
Che entusiasmo!
La mattina mi sveglio presto e decido di
sperimentare la colazione. Proviamoci, una fetta di pane tostato male con la
marmellata ci sarà. E infatti c'era, da poter gustare in una sorta di catacomba
di tre metri per due, stipata di famiglie con bambini e qualche coppia
coraggiosa. Io, da sola, ero la più coraggiosa di tutti. La percentuale di
italiani era di circa un 60 % sul totale dei componenti dell'allegra brigata.
La cosa buffa in tutto ciò era vedere il goffo
tentativo di questa fauna mattutina di approfittare del buffet, come impone il
manuale del turista low cost in queste circostanze: c'era una sorta di
imbarazzo palpabile nel gustare quelle fette di pane tostato bruciacchiate e
quel poco altro di commestibile presente al banchetto, in un'atmosfera
claustrofobica. Le coppie tentavano di rilassarsi, le famiglie di riempirsi la
pancia per, evidentemente, risparmiare sul pranzo, ma c'era ben poco di che
nutrirsi e di che goduriosamente rimpinzarsi, e ciò creava perplessità
evidenti.
Da parte mia, che sono refrattaria a qualsiasi
forma di condimenti in eccesso, ho scoperto che il burro sotto la marmellata è
tutta un'altra storia. Soprattutto quando il pane tostato è quel che è, e la
marmellata pure, un bel velo di burro è fondamentale per mandare giù con un
minimo di piacere l'arduo boccone.
Fortuna che almeno il check out non imponeva
orari strani, ma un onesto ore 11.
Lascio, as
usual, la valigia in custodia, che avrei ripreso a metà pomeriggio prima di
andare in aereoporto. Mi spiegano che fino alle 14 è gratis, dopo scatta una
tariffa di 5 pound per questo 'deposito'.
Ecco che i 47 sono già diventati 52, penso.
Eppure che fare, devo stare alle loro condizioni.
E così è stato. Alle 16 torno a riprendere il
bagaglio. Nel frattempo il receptionist era cambiato e mi sembrava un po' più
amichevole (mi ha spiegato che era appena tornato da Birmingham dove studia
odontoiatria), dunque penso: magari questo non mi chiede niente, e invece no. Tempo di fare due parole che il pragmatico aspirante dentista tira fuori l'assurda
tariffa.
Faccio buon viso a cattivo gioco e gli do 5 sonanti pound. In fondo, a parte la claustrofobia da pane tostato, ci son stata bene in quell'hotel. Però quella tassa da 5 pound l'ho trovata proprio ingiusta, e così senza alcuno scrupolo mi sono portata via il loro adattatore per la corrente. Tié.
Complimenti per il blog!!! è veramente bellissimo!!!
RispondiEliminaGrazie !!!
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