Siete a Roma domani? E vi sentite in fase di crisi identitaria, della serie uno, nessuno, centomila? Se entrambe le risposte sono affermative vi consiglio caldamente questo incontro-laboratorio, condotto dallo psicoterapeuta e attore Giovanni Porta.
Dalle 20 alle 22.30 di domani giovedì 6 dicembre, presso lo spazio di via dei Tizii 3, zona san Lorenzo, Roma, si potrà sperimentare il metodo che Porta ha messo a punto per scoprire quante sono realmente le maschere che indossiamo ogni giorno.
Porta sostiene infatti (e come dargli torto?) che ci atteggiamo in
modi differenti a secondo delle situazioni in cui ci troviamo. “Ognuno
di noi indossa maschere, sia perché le diverse situazioni delle nostra vita ci
richiedono diversi stili di comportamento, sia perché dentro di noi si aggirano
tanti personaggi in cerca di espressione – spiega –. Lavorare in
maniera psico-teatrale con le maschere permette di entrare in contatto con le
diverse parti di noi, anche con quelle rimaste in ombra e che tendiamo a
nascondere. Ognuno di noi ha comportamenti che gli risultano difficili da
mettere in atto, tanto che, in casi estremi, possiamo sentirci come personaggi
di un copione già scritto, prigionieri di ripetizioni all’apparenza infinite
che fanno perdere il sapore di vivere. Per ritrovare la voglia di esistere è
importante innanzitutto portare movimento laddove c’era stasi, correre il
rischio di sperimentare modi di fare sconosciuti e difficili".
Già, ma come si fa?
Secondo il nostro 'coach', per farlo "possiamo vedere se nel nostro repertorio di maschere ce n’è qualcuna che si
adatta all’occasione. Come a teatro,
provare e riprovare fino a che non diveniamo capaci di fare ciò che una volta
era impossibile". Secondo Darwin non è la specie più forte che sopravvive né la
più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti. Per adattarci al
nostro ambiente e provare a mantenere un livello di benessere soddisfacente abbiamo
bisogno di saper cambiare in base alle situazioni. Spesso, però,
non è facile.
“Quando
non riusciamo a vedere la realtà -
continua Giovanni Porta -, magari perché troppo presi a litigare con noi stessi,
con i nostri desideri inappagati o con il nostro passato, è molto difficile
trovare il modo di essere felici, perché reagiamo a fantasmi interni piuttosto
che agli eventi, ci sentiamo spiazzati, indifesi”.
E
allora facciamo letteratura. Entriamo noi dentro l’opera d’arte.
“Un’alternativa è imparare a trattare la nostra vita come un’opera d’arte - prosegue Porta -, cioè divenire inventori di comportamenti invece che
vittime di un destino. La nostra vita può cambiare nel momento in cui
accettiamo che dipende da noi, e da nessun altro. Smettere di cercare cause e
trovare soluzioni possibili”.
Siete un po' incuriositi, vero? E allora iscrivetevi all'incontro. E' gratuito. Basta prenotarsi a questa mail: giovanniporta74@gmail.com
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