sabato 18 dicembre 2010

ABERCROMBIE? NO GRAZIE

Non posso farci niente, Abercrombie & Fitch proprio non mi piace. Qualche sera fa mi stavo infilando nel letto quando l'occhio mi è caduto sugli addominali di un bel ragazzo in camicia aperta. No, il viso non si vedeva, solo dal mento in giù, fermandosi giusto all'inguine. E no, non era in camera con me, ahimè.
Era stampato su un sacchetto. Quello di Abercrombie, che giace accanto alla parete ormai da una decina di giorni. Bel vedere, per carità. Ma non l'ho lasciato lì per ispirarmi sogni notturni. Ci è rimasto per caso, dopo l'ultima volta che ho visitato lo store, non per mia volontà e assolutamente controvoglia, dal momento che ogni volta che metto piede nel negozio di corso Matteotti rischio lo svenimento per il profumo insidiosissimo che inonda l'ambiente. Sarà che sono troppo sensibile agli odori. Secondo me è tutto un trucco per stordire la gente, che dopo qualche minuto di inalazione è narcotizzata e pronta a comprare qualsiasi cosa. Boh. E dire che le persone che vanno lì sono già ben motivate, si studiano i capi su Internet, sono preparatissime sulle taglie.

Io ci sono entrata tre volte, la prima per pura curiosità, all'inizio, la seconda per comprare una felpa su commissione, la terza per cambiare la suddetta felpa, sabato scorso. Erano circa le 19.15 e fuori c'era la coda. Non ricordo di aver fatto una simile coda per entrare da qualche parte dai tempi d'oro del Twiga. Quando finalmente entri (fortuna che la fila si smaltisce presto... è tutta scena ovviamente) vedi subito il modello di turno a petto nudo che si fa foto con le clienti. Superi l'ingresso e sei immerso nel casino totale. Belle ragazze in minigonna  e infradito ti sorridono e ti salutano, naturalmente in inglese, ballettando sul posto. Secondo me, niente di più forzato e innaturale. I commessi, tutti giovani e carini, sono più impegnati  a mantenere l'appeal che a scomporsi nel servire i clienti. Arrivi al piano di sopra zigzagando fra ballerine e una ressa di gente che più eterogenea non si può (ragazzine, sciure con la Vuitton sottobraccio, intere famiglie con bambini, turisti e altri simpatici esemplari) e, se non svieni nel tragitto, ti domandi: ma si fa anche l'aperitivo? Perchè ti aspetteresti che ci fosse anche un angolo bar, data la gente e la musica a palla. I vestiti sono solo il pretesto. Per carità, carine le felpe, le camicie a quadri poi... non ne parliamo. Ma tutto questo teatrino proprio non lo concepisco. Troppo americano, troppo enfatizzato, troppa fuffa, troppa finzione. E' di stile un posto preso d'assalto da orde di persone, perlopiù turisti che vengono a vederlo come visitano il duomo o la galleria Vittorio Emanuele? Da notare improbabili signore intente a scegliere felpe per i nipoti, in consulenza con i commessi modelli. No no no non mi piace. Aldilà della curiosità per un fenomeno di costume, mi dite a chi è che piace realmente?

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