venerdì 31 dicembre 2010

AMERICAN LIFE

Ieri sera sono finalmente riuscita a vedere questo film, l'ultimo del 2010 a quanto pare...! Sam Mendes non delude, anche se con Revolutionary Road mi aveva preso l'anima in maniera difficilmente replicabile. "American Life" vuole essere comunque molto diverso, già a partire dalla coppia di protagonisti John Krasinski (Burt) e Maya Rudolph (Verona), che hanno alle spalle ruoli minori e rappresentano quanto di più somigliante possa esserci a due normali trentenni, di quelli che si incontrano tutti i giorni, ben diversi dalla coppia cinematografica Di Caprio-Winslet di Revolutionary Road. Ma la bellezza di questo film è  data proprio dal lirismo nascosto nei piccoli gesti della vita quotidiana e nell'alchimia tanto semplice quanto eccezionale di una coppia innamorata davvero.

L' "american life" del titolo è quella dei grandi spazi, dell'on the road, delle città che punteggiano gli States, una diversa dall'altra, oltre che dei tanti strambi personaggi che Burt e Verona incontrano. Sì, perchè i due, in attesa di una bambina e improvvisamente senza radici (Verona ha perso i genitori da anni, quelli di Burt vanno a vivere in Europa), decidono di intraprendere un viaggio in giro per gli States in cerca di un posto dove trasferirsi per far nascere e crescere la bambina, e allora vanno dall'Arizona al Wisconsin, dal Canada alla Florida sulle tracce di vecchie amicizie e lontante parentele, incontrando altre coppie e famiglie che definire bizzarre è  un eufemismo, con cui il confronto sorge spontaneo. Sono loro ad essere due falliti o sono gli altri ad essere fuori di testa, anche se vivono in belle case e  hanno lavori normali? Perchè in fondo la normalità è la cosa più rara e anche di fronte alla più bella facciata familiare si nasconde sempre qualche crepa, più o meno evidente. E allora viene da domandarsi se l'amore genuino, privo di condizionamenti materiali e vincoli contrattuali di Verona e Burt sia un'oasi di quella che dovrebbe essere la normalità in mezzo a un'America di famiglie degeneri o se non sia in realtà una rara e straordinaria eccezione. 

Una storia particolare e poetica, che non rischia mai di cadere nel buonismo perchè sempre sorretta dall'ironia di fondo dei protagonisti. La vita americana con le sue stranezze e i suoi contrasti, vista con gli occhi di  una coppia di giovani che si apprestano a diventare adulti guardando il mondo con gli occhi di due bambini, che cercano di costruirsi una vita senza punti di riferimento aldilà di loro stessi e della vita che stanno generando. Una descrizione forte della libertà di due ragazzi che partono per andare a scegliere dove vivere, con la possibilità elettrizzante di decidere dove fare attecchire le loro radici. E' questa l'essenza dell' "american life": la libertà di scegliere dove e come vivere in un paese dagli spazi dilatati (di cui Mendes ci regala riprese straordinarie), senza condizionamenti nè vincoli che tirano indietro, perchè l'unica cosa possibile è andare avanti e sperare che tutto vada bene, facendo del proprio meglio per farlo andare bene. 

Con questo film vi faccio gli auguri di Buon Anno, citando una frase di cui non conosco l'autore ma che mi ha illuminato:

The weak wait for opportunity,
The strong seize opportunity,
The wise create their own opportunity

... Buon 2011, sperando che vi porti quanto più vicino possibile a vivere per quello che amate davvero, che vi appassiona e che non smette mai di emozionarvi, darvi la scossa e illuminarvi lo sguardo!

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